Gli italiani desiderano meno carne ma più sostenibile e di filiera corta
Carne si ma di qualità è sostenibile. Secondo una recente ricerca di SG Marketing presentata all’ultimo Meat Summit 2021, l’appuntamento annuale per il mondo di carni e salumi, il consumo di carne in Italia si è ridotto, confermando un trend che da diversi anni vede il mercato accusare un declino, anche se il consumo resta sempre intorno al 10% del carrello della spesa degli italiani.
E se i dati raccontano di variazioni all’interno dei diversi tipi di carne, con il maiale che accusa più di tutti un calo a fronte di una crescita delle carni ovicaprine, quello che attira di più la mia attenzione sta nel desiderio dei consumatori di informazione.
I consumatori vogliono più informazioni sulla qualità della carne
In pratica il rapporto dice che la carne continua a piacere agli italiani ma dice anche che gli stessi italiani desiderano più informazioni. Su cosa?
In ordine: sugli allevamenti sostenibili, sull’utilizzo degli antibiotici, sul benessere animale, e in ultimo sull’alimentazione, su cosa viene dato da mangiare agli animali.
In pratica, ci stanno dicendo gli italiani, che desiderano mangiare carne frollata. Già perché come sa bene chi segue questo blog, la carne frollata, maturata, invecchiata, è sempre proveniente da allevamenti sostenibili, soprattutto piccoli, che tengono in gran conto il benessere animale, l’alimentazione al pascolo all’aria aperta, e anche una lunga vita dell’animale che viene abbattuto e macellato almeno dopo dopo i dieci anni di età, se non di più.
L’ho detto diverse volte e qui lo ripeto: il consumo di carne come l’abbiamo conosciuto finora, fatto di macellazioni sempre più giovani, di allevamenti intensivi, di mangimi insani frutto solo di logiche di mercato imposte dalla grande distribuzione, non è più sostenibile, per il nostro pianeta, per gli animali stessi e per il nostro corpo.
Non a caso lo stesso rapporto cita la sostenibilità come principio irrinunciabile nei ai desideri degli italiani che si dichiarano disposti a spendere di più per ottenere una carne sana, biologica, a km zero e proveniente da allevamenti non solo a misura d’uomo e d’animale.
Una rivoluzione nel pensiero comune dei consumatori, impensabile fino a qualche anno fa.
Il mercato deve adeguarsi: più carne di qualità
E come risponde il mercato? Non bene, se si pensa che la qualità di una lavorazione come la frollatura che implica tutto quello che abbiamo detto finora, non è adeguatamente coperta sia dai mass media che stentano e seguire le filiere di qualità, sia anche dai punti vendita e distribuzione, come macellerie e grande distribuzione nelle quali la carne invecchiata e altamente qualitativa, fa fatica ad emergere.
È necessario se dai un lato gli appassionati consumatori carnivori sensibili verso il benessere del pianeta vanno sempre più alla ricerca di informazioni sui prodotti sostenibili, nel principio mangiare meno carne ma di alta qualità fa bene a tutti, il mercato deva adeguarsi e considerare le carni frollate come un vero e proprio trend di mercato da accontentare fornendo le informazioni richieste e utilizzando le filiere sostenibili che per fortuna nel nostro paese continuano ad aumentare.
Conviene a tutti, anche economicamente. Intanto per chi vuol fare da sé, le informazioni nel nostro piccolo ci sforziamo di fornirle.
0 commenti